giovedì 15 settembre 2011

Filippo Penati, prof in aspettativa. Alla faccia dei precari.

Ebbene sì: Filippo Penati, ex sindaco di Sesto san Giovanni e presidente della provincia di Milano, ex uomo fidato del segretario del Pd Pier Luigi Bersani (che ora sembra far finta di non conoscerlo), attualmente nei guai per una storia di tangenti che potrebbe allargarsi e riservare sorprese, è un professore di educazione tecnica in aspettativa. A sostituirlo presso la scuola Media Tabacchi di Milano, zona Ticinese, è un supplente, precario, di 57 anni: Giancarlo Rondolotti. Laureato in architettura, 64 punti in più in graduatoria rispetto a Penati, ma niente posto fisso.
Il posto fisso da professore se lo tiene ben stretto invece Filippo Penati, anche se non gli serve. Con buona pace dei precari come Rondolotti.
La notizia è riportata dal sito tgcom, ma lo scoop e di “Qn-Quotidiano Nazionale”, che riporta un’intervista al vetriolo rilasciata proprio da Rondolotti.
“Sono un uomo cortese ma se dovessi un giorno trovarmi davanti Penati, se, mettiamo il caso, si presentasse sulla porta della classe, quello che vorrei dirgli, ecco, è meglio che non mi esprima” è l’incipit dell’intervista. Che continua con dichiarazioni del tenore: “Penati occupa un posto che non gli serve e che non usa, impedendo ad altri di sistemarsi. Manca di dignità”. Difficile dare torto al povero professore precario, costretto a sostituire un Penati che non si vede a scuola da qualche lustro. Eppure il suo nome appare ancora sulla bacheca dell’istituto: Penati Filippo, punti 114.00, anzianità 114.00.
Non c’è da stupirsi: l’ex delfino di Bersani si è prima autosospeso dal Pd, ma mai dimesso da vicepresidente del consiglio regionale, poi si è autosospeso da vicepresidente del consiglio regionale ed è stato definitivamente sospeso dal partito per decisione dei vertici. Ma è ancora in consiglio regionale come semplice consigliere, retribuito. Da insegnante, ha sì rinunciato allo stipendio (e ci mancherebbe) ma si tiene ben stretto il suo posto: non si sa mai.
Già, ma i precari che la sinistra e il Pd dicono di voler difendere?
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