Battaglia per la PAC
by Capitanata.it
Si è svolta giorno 21 ottobre presso l’aula Magna della Facoltà di Economia di Foggia, un’assemblea che ha visto la partecipazione di tutte le associazioni di categoria, voluta dal carismatico presidente di Confagricoltura il Dott. Onofrio Giuliano.
Il presidente ha evidenziato che, CONFAGRICOLTURA è l’associazione degli imprenditori in agricoltura, poi ha ringraziato la presenza di tutti i politici responsabili del territorio.
Dopo aver illustrato tramite un excursus storico la politica europea in agricoltura sino ad oggi, ha iniziato a parlare della nuova PAC pronosticando una prospettiva di scenario alquanto tetro, come dalla bozza presentata il 12 ottobre, si disegna che le imprese agricole della Capitanata saranno le più colpite, poichè detentrici dei comparti più a rischio tra cui l’olio d’oliva e i pomodori.
Tutto ciò mette in luce la possibilità che l’intero sistema agricolo locale sia spazzato via, se non addirittura cancellato.
L’assessore provinciale all’agricoltura Savino Santarella ha affermato l’importanza del settore agricolo in terra di capitanata, esponendo che la regione avrà l’arduo compito di elaborare il nuovo PSR “Piano di Sviluppo Regionale” per cogliere e rappresentare quelle opportunità per lo sviluppo del territorio. Per queste ragioni è importante far sentire la propria voce in un momento così importante.
Un nuovo vocabolo è stato coniato “Pigricultori” attribuibile agli usufruitori principali della PAC.
Termine battezzato dall’Europarlamentare Sergio Paolo Silvestris noto per il suo spirito combattivo, l’amore per la propria terra e per il comparto agricolo.
Sin dal giorno dopo la prima stesura della riforma della Politica Agricola Comunitaria ha espresso la sua profonda preoccupazione descrivendo che, se il testo non dovesse essere modificato in sede di discussione, i contributi europei destinati all’olivicoltura pugliese rischierebbero un taglio del 60%. Ancora peggio:circa dell’80% la sforbiciata per il comparto del pomodoro da industria. A fronte di ciò, per controbattere questa proposta, ci vuole forza e volontà.
In un sistema come quello pugliese che si regge soprattutto sull’economia agricola inglobando tutta la filiera dal produttore al consumatore, si avrebbe oltre il danno la beffa, perché il disastro occupazionale si avrebbe su tutta la filiera e sarebbe tale da distruggere tutta l’economia locale.
Per i suddetti motivi bisogna organizzarsi, ha puntualizzato che gli strumenti ci sono e che la Puglia oggi come oggi è presente fortemente in Europa ed è molto combattiva.
Tre sono i fattori che devono essere modificati e ricalibrati, la forza lavoro, il prodotto lordo e il potere d’acquisto.
La forza lavoro poiché le giornate lavorative di cui necessita un vigneto o uliveto sono ben diverse da quelle di un pascolo.
Il prodotto lordo giacché la produzione che si ha su un vigneto o uliveto è ben diversa da quella di un pascolo.
Il potere d’acquisto perché in Italia con la modica somma di 325 euro a ettaro, un agricoltore non riesce neanche a pagare l’assicurazione di un mezzo mentre in altri paesi europei può essere lo stipendio di un operaio.
Inoltre occorre semplificare la burocrazia per l’accesso agli aiuti comunitari, bisogna tenere conto che questi aiuti devono essere dati alle aziende agricole e ai coltivatori diretti, questa è una vera e propria battaglia da intraprendere.
L’europarlamentare Silvestris inoltre ha affermato che chi possiede un’azienda agricola oggi non l’ha vinta a un concorso a premi, l’ha ereditata e oggi si trova pieno di debiti, quindi per mantenerla ha lavorato con il proprio sudore e il proprio sangue per darla ai figli e alle generazioni future.
Il centro destra dei “Monti Dauni” ha dato prova di una forte presenza soprattutto dal piccolo comune di Casalvecchio di Puglia tra cui c’erano Domenico Crescenzi, il dott. Walter Margolicci, l’ex assessore all’Agricoltura Michele Buonamico e tra i giovanissimi Mario Celozzi, questi hanno accolto e supportato l’europarlamentare Sergio Paolo Silvestris, perchè come spiegano, è l’unico che veramente s’impegna per un territorio con umiltà e coraggio. Questa è la gente che ci rende fiera di essere agricoltori e queste sono le figure che andrebbero premiate, perché come ben sappiamo, la Capitanata ha un’economia radicata prevalentemente agricola e questa non può essere congelata affinché “Le radici profonde non gelino”.
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