lunedì 20 giugno 2011

IL PROBLEMA DEGLI USI CIVICI

Affrancazione e liquidazione
  http://www.capitanata.it/newsrecord_long.php?tar=12835
Gli usi civici sono diritti d’uso che spettano a coloro che compongono una determinata collettività. Tale uso si manifesta tramite attività relative al godimento di un determinato bene tipo il seminare terreni, il godere di un pascolo, il fare legna o usare dei prodotti del bosco, ecc.
Tutto ciò trae origine da alcuni vecchi diritti collettivi che esistevano prima ancora che sorgessero i comuni, quando successivamente venne istituito l’entità comune la proprietà passò a questo ente in qualità di rappresentante della collettività, ma i singoli cittadini rimasero comunque titolari del relativo diritto.
Gli usi civici appartengono alla categoria dei diritti inalienabili e imprescrittibili e non soggetti a commercio, appartengono alle popolazioni di un determinato territorio ove hanno la residenza e sono soggetti al regime giuridico dei beni demaniali. Sono diritti a carattere gratuito perché il singolo cittadino è titolare dell’uso, tuttavia può pagarsi il servizio per tale sfruttamento.
Oggi giorno hanno perso di attualità con l’evolversi delle situazioni economiche per cui non esprimono più quel carattere di necessità di un tempo.
Le Amministrazioni Comunali ne facilitano lo sgravio attraverso il procedimento di affrancazione e liquidazione dando la possibilità, ai proprietari dei terreni gravati, di liberarli pagando ai comuni un prezzo che può essere un canone capitalizzato o in natura (parte del fondo).
I terreni utilizzati come pascolo e bosco dovrebbero essere gestiti secondo le leggi del Corpo Forestale, il quale prevede la costituzione di aziende speciali per la gestione di piani economici relativi, seguiti da successivi regolamenti comunali.
I privati non possono pretendere nessun diritto per usucapione o altro sui beni soggetti ad uso civico che peraltro, anche se momentaneamente non esercitati, sono comunque sempre esistenti.
I beni di uso civico dovrebbero essere goduti in natura. Naturalmente se per ragioni pratiche l’Amministrazione comunale dovesse provvedere collettivamente al taglio e alla fatturazione o altro e alla consegna dei quantitativi assegnati potrà esigere il rimborso delle spese sostenute senza però ottenere degli utili. Solo una volta soddisfatti tali diritti in natura l’ente amministratore potrà vendere le erbe, la legna o il legname esuberante, a profitto dell’Amministrazione.
Attualmente gli usi civici e il relativo processo di affrancazione e liquidazione, è uno dei fardelli presente nella maggior parte delle Amministrazioni comunali di tutta la capitanata, perché l’affrancazione potrà avere un risvolto positivo, in previsione della PAC 2012- 2020 (Politica Agricola Comunitaria), per tutti coloro che ne gioveranno.
A fronte di questa ragione gli amministratori responsabili dei singoli comuni dovrebbero iniziare ad elaborare dei percorsi collettivi ed organizzare dei tavoli tecnici tra agricoltori, associazioni di categoria e tecnici, che si sviluppino lungo un percorso volto al conseguimento di un risultato, utile a tutta la comunità.
L’affrancazione dovrebbe però tenere conto della situazione reale in cui versa il settore primario ovvero l’agricoltura, causata anche dall’Amministrazione regionale che è andata a consolidare una politica di crisi economica attraverso il non fare (vedesi questione diga Piana dei Limiti, aumento accise carburanti e prezzo dell’acqua).
Siamo tutti consapevoli che uno dei settori principali dell’economia di capitanata è quello agricolo, il quale risulta pesantemente influenzato dalle dinamiche della globalizzazione, appunto perciò bisogna discutere e trovare quelle possibili soluzioni che possano giovare a tutta la società, in modo da perseguire quella politica sociale tramite il principio di sussidiarietà rivolto alle piccole imprese.
 
di 

1 commento:

  1. Sempre e da anni a difesa degli agricoltori e del settore primario a fronte della possibile perdita del contributo comunitario.
    Bisogna garantire ed onorare questa nobile professione.

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